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Una signora, elegantissima, in abito bianco e berretto. Luce accecante, e il vento che soffia forte: la spiaggia è immensa, intatta, e le lunghe onde dell’Oceano si frangono nella loro instancabile processione. È la spiaggia di Biarritz, e il dipinto di Joaquín Sorolla (chi può corra a vedere la clamorosa mostra al Palazzo visibile di Milano, ché scoprirà un pittore che come nessun altro ha dipinto luccicar d’acqua e brezze marine) mette direttamente nelle atmosfere, no, nella realtà, di un paesino che diventò capitale turistica da quando l’Imperatrice Eugenia decise di farne luogo stabile della sua villeggiatura (la avevano incantata i due mesi che vi aveva trascorso nel 1854). Su quelle sabbie, perciò, sciamarono, le famiglie reali di tutta Europa, annessi e connessi. Oggi paradiso dei surfisti, ieri «regina delle spiagge e la spiaggia dei re», si diceva. E se la costa francese del Paese Basco trasformava quel villaggio di balenieri in scenario aristocratico, dall’altro lato del confine, in Spagna, era San Sebastián (Donostia in basco: qui tutto ha doppio lemma) ad assumersi la piacevole responsabilità.